da Pier Paolo Pasolini
Poesie, lettere, sceneggiature, prose civili
parte prima Con quel passo blando, a cura di Alberto di Stasio
parte seconda E’ un brusio la vita, a cura di Giancarlo Sammartano
3 maggio 2018 Teatro Tor Bella Monaca
con
Antonio Emanuele Antonacci, Nicoletta Bazzicchi, Maria Federica Bianchi, Leonardo Codispoti, Biagio Coppola, Alex D’Alascio, Giuseppe Andrea Del Prete, Elisa De Paolis, Simone De Renzo, Cosimo Desii, Nino Domina, Maria Beatrice Giovani, Vanessa Littera, Stefano Miscio, Andrea Miticocchio, Fabiola Mona, Elisabetta Neri, Antonino Palmeri, Alisia Pizzonia, Jole Risi, Marika Ruta, Denise Sarica, Rosario Spadaro, Mattia Spedicato, Daniel Zerbini
Quando si perde di vista l’ideale, è perché ha avuto inizio l’oscurità.
Non devi aderire del tutto all’ideale, ma lo devi vedere.
Sempre su questa strada incontrando gente che non capiamo, incapaci di distinguere i contorni della motivazione, sconcertati dalla bramosia di violenza e di potere; i volti che sembrano automobili ammaccate. Questa è la grande autostrada e nessuno è sicuro di dove sta andando. Fermi qualcuno e chiedi indicazioni, e se c’è una risposta la grammatica è tratta da una lingua senza senso. Tutto finisce sbandando nei fossati che corrono lungo la strada. Tutto cade, la visione biblica è precisa. Ora stiamo cadendo -lo chiamo inciampare senza direzione su questa strada affollata- profughi carichi di bauli e di roba, ceste, fagotti, diretti a nord e a sud, stanchi e stravolti dal sonno, sebbene nel sonno ci sia forse l’unica meditazione che abbia in sé ciò di cui si ha bisogno: una conoscenza che noi tutti abbiamo celato nel sotterraneo della mente illuminata dai riflettori, ma ci svegliamo nel buio che è il prodotto della paura.
Abbiamo paura perché siamo fragili, tuttavia la fragilità è il segno della bellezza.
“Voi che dormite, svegliatevi!” è stato a lungo il grido. Ma io grido “Dormite! Dormite! Tuffatevi nella notte, percorrete a grandi passi il labirinto della mente, trovate il minotauro e procuratevi la risposta, confondete la sfinge, liberate la città dall’angelo sterminatore e confondete la morte.
Julian Beck, Roma 26 dicembre 1982